giovedì 4 novembre 2010

Folder Guard 8.31


Folder Guard è un software per la protezione dei dati che permette di controllare gli accessi ai file, alle cartelle ed alle altre risorse di Windows, come ad esempio il pannello di controllo e il menu start.
Grazie a questo software l'utente può impedire l'accesso alle informazioni personali impostando una password oppure evitare che gli altri utenti possano visualizzare le cartelle rendendole invisibili. Inoltre il programma fornisce gli strumenti per gestire gli accessi alle risorse del sistema operativo di casa Microsoft e alle periferiche di archiviazione esterne.
Tra le principali caratteristiche di Folder Guard:
  • Protezione di file e cartelle mediante password;
  • possibilità di nascondere file e cartelle;
  • restringere l'accesso alle impostazioni di Windows;
  • bloccare l'accesso a periferiche di archiviazione esterne.



lunedì 25 ottobre 2010

I FileSystem

Per quanto possa sembrare complicato per chi muove i primi passi un Filesystem non è nient’altro che il metodo con la quale vengono organizzati e salvati i file nei nostri dispositivi, siano essi hard disk, penne usb, schede flash, memorie rimovibili etc etc. In parole  povere il filesystem è un traduttore, un interprete di dati, oppure potrebbe essere paragonato ad un bibliotecario attento a catalogare e disporre i suoi libri nel migliore dei modi o, meglio, al massimo delle proprie capacità.
E’ chiaro che la scelta del filesystem a questo punto assume una grande importanza e, la scelta, molte volte dipenderà dall’uso che vorremo fare del dispositivo in questione.

Quanti filesystem esistono?

Ce ne sono molti e, sicuramente, molti ormai sono passati, non sono in uso e molti ancora io non li conosco ma i più importanti      usati e conosciuti sono:

Filesystem di casa Microsoft: Fat e Ntfs
Fat : Lo sconsiglio in modo assoluto. Fat è preda di frammentazioni file estreme, ha dei limiti incredibili. Avete mai notato che nella vostra penna usb non potete mettere un file unico che superi i 4gb anche se la vostra penna è capiente il doppio? No, fate una prova. Questi limiti e pecche sono da imputare alla vecchiaia, Fat infatti è uno dei bibliotecari più vecchi in assoluto e tutte le sue versioni più recenti di certo non sono migliori. Basti pensare che Fat ha visto la luce nel 1980, Fat16 nel 1987,
L’unico vantaggio di FAT è la sua diffusione e compatibilità con praticamente tutti i sistemi operativi. Un tempo FAT veniva usata come partizione condivisa tra Linux e Windows, ad oggi conviene di gran lunga usare NTFS visto che Linux lo supporta in modo eccellente.
Ntfs: Filesystem più recente di casa Microsoft, soffre meno la frammentazione e da XP in poi ha anche il Journaling. Sicuramente è migliore di Fat ma è comunque un Bibliotecario discreto, io non lo assumerei o meglio gli farei un contratto come aiutante. Consiglio una partizione Ntfs solo per passare file da un OS ad un altro se usate un Doppio Boot.
File System di casa Apple: Mfs, Hfs, Hfs+
I filesystem di casa Apple se mi consentite non verranno neanche trattati, nominarli è già tanto. La maggior parte di noi non li userà mai a meno che non decidiate un giorno di uccidere il vostro spirito libero rinchiudendovi nella gabbia più stretta dello Zoo Mac. Basta sapere che il primo filesystem Mac è stato Mfs, il secondo Hfs e per terzo e ultimo Hfs+ un’evoluzione del precedente.

File system di livello supportati in toto da Linux

Ext2

Supportato da tutti i sistemi operativi open. Il suo vantaggio è l’assoluta assenza di frammentazioni file in quanto, in fase di scrittura, cerca di utilizzare blocchi adiacenti deframmentando al minimo.
Quindi la noiosissima operazione di deframmentazione dei sistemi Windows su Linux è quasi da dimenticare. Estremamente affidabile ma non presente il Journaling.
Scheda Ext2
Nome completo: Second extended file system
Data di introduzione: Gennaio 1993
Dimensione massima singolo file: 2Tib
Journaling: Non presente
Dimensione Massima nome file: 255 caratteri
Diffusione: Molto Alta
Utilizzo migliore: Partizione di Boot (/boot)

Ext3

E’ l’evoluzione del file system Ext2, è stato introdotto nel 2001. Molto più performante del suo predecessore ha introdotto il Journaling, un sistema di protezione dati che analizzeremo a fondo articolo. Ha tutti i vantaggi di Ext2 e ancora di più. Unica pecca il fatto che risulta leggermente più lento di Ext2 a favore però di molta più sicurezza nella protezione dati. In ogni caso Ext3 tra tutti i filesystem esaminati risulata essere il più stabile e sicuro ma di certo non il più veloce.
Scheda Ext3
Nome completo: Third extended file system
Data di introduzione:  Novembre 2001
Dimensione massima singolo file: 2Tib
Journaling: Presente
Dimensione Massima nome file: 255  byte
Diffusione: Molto Alta
Utilizzo migliore: /root o dove si desidera grande sicurezza e compatibilità

JFS

Non differisce dagli altri filesystem esaminati ma è ideale per Server, non lo consiglio su Desktop e quindi inutile parlarne. Bastai sapere che esiste eh eh.
Scheda JFS
Nome completo:  Journaled File System
Data di introduzione:  2001 (in Linux)
Dimensione massima singolo file: 16TB
Journaling: Presente
Dimensione Massima nome file: 255 caratteri
Diffusione: Media
Utilizzo migliore: Ambiente Server

REISERFS

Sviluppato da Hans Reiser che ora ha parecchi guai legali per un’accusa di omicidio rivelatasi fondata. ReiserFs è un ottimo filesystem e fino a poco tempo fa molto usato. Dopo le questioni legali di Reiser però una larga fascia della comunità che ci girava intorno ha preferito andare altrove. ReiserFs ha un successore in Reiser4 ma anche questo progetto è in dubbio. ReiserFs è fenomenale nella gestione dei piccoli file e quindi fantastico nella gestione della partizione di root anche se pecca di un po’ in affidabilità ma niente di estremamente pericoloso, anzi a dire il vero è considerato da molti estremamente affidabile. ReiserFS ha un ottimo Journaling e peccato davvero per le vicende che hanno coinvolto il suo creatore. Opensuse lo ha usato per molto tempo come Filesystem di default per la partizione root ma, adesso, anche lei lo ha abbandonato.
Scheda ReiserFS
Nome completo:  ReiserFS
Data di introduzione:  2001
Dimensione massima singolo file: 4Tib
Journaling: Presente
Dimensione Massima nome file: 3976 bytes
Diffusione: Molto Alta
Utilizzo migliore: /root

Xfs

E’ il filesystem medio per eccellenza, nel senso che non si esalta in nessun campo ma è ottimo in tutti. E’ sicuro, è veloce, è stabile. E’ fantastico nella gestione dei file più grandi di 500mb, ottimo dunque per partizione di file di grandi dimensioni come film, immagini iso o quant’altro e se la cava bene anche con i file piccolini. Xfs è anche il filesystem che stressa meno la nostra Cpu.
Scheda XFS
Nome completo:  XFS
Data di introduzione:  1994
Dimensione massima singolo file: 8 Exabyte
Journaling: Presente
Dimensione Massima nome file: 3976 bytes
Diffusione: Alta
Utilizzo migliore: Partizione dati con file molto grandi


Cosa è il Journaling?


E’ un sistema di protezione dati, ne preserva l’integrità. Se per esempio mentre state scrivendo un file se na va la luce o vi è un calo di tensione o arrestate il sistema inavvertitamente non vi saranno danni in quanto il Journaling lavora attraverso dei file di log. Insomma col Journaling si va tranquilli. Non protegge dai fulmini però eh eh.
In sintesi
Ext2: stabile, veloce ma privo di Journaling, utile per partizione di boot dove non serve scrivere ma solo leggere
Ext3: Il più sicuro, estremamente stabile ma un po’ lento sia con file grandi che piccoli
Jfs: utile in ambiente server
ReiserFs: Il re della gestione dei piccoli File, utile nella gestione della partizione Root. Le recenti vicende del suo creatore però ne compromettono il futuro
XFS: Il re dei grandi file, fantastico come partizione dati per file di grandi dimensioni.
Al solito come avete potuto notare non ci siamo persi in chiacchiere. Abbiamo analizzato i vari filesystem solo per quanto riguarda i reali vantaggi e svantaggi senza discutere sul loro funzionamento, sui blocchi e senza analizzare variabili che all’utente medio non interessano.
Vi lascio con la configurazione che alla luce di questi dati risulta migliore:
Configurazione
Boot – 100mb –  Ext2
Root – 10gb – Ext3\ReiserFS
Home – Quanto spazio si vuole – Ext3\ReiserFS
Dati – Quanto spazio si vuole – Ext3\XFS
E’ chiaro che se avete installato anche Windows sul vostro Pc è utile tenere una partizione Ntfs.

venerdì 23 luglio 2010

Monitorare il controllo e l'accesso alle cartelle in Windows

L'attivazione di revisione
 
Prima di poter controllo di file e accesso alle cartelle, è necessario attivare l'impostazione Controlla accesso agli oggetti in Criteri di gruppo della macchina. Accedere al computer con un account amministrativo locale e aprire il Pannello di controllo. Fare doppio clic sull'icona Strumenti di amministrazione e quindi l'icona politica di protezione locali. In questo modo verrà visualizzare le impostazioni della macchina politica del gruppo. 

Navigare tra le console di Impostazioni protezione | Criteri locali | Criteri controllo.Quando si seleziona la politica contenitore di revisione, la colonna a destra verrà visualizzato un numero di eventi diversi che si verifica, come mostrato in figura A. 






Come potete immaginare, è facile farsi trasportare via con l'idea di una macchina da ultrasecure auditing assolutamente tutto. Ma questa è una cattiva idea per diversi motivi. In primo luogo, il processo di audit si basa file di log. Ogni voce nel file di registro consuma una piccola quantità di spazio su disco. Se gli eventi controllati troppi verificarsi, la vostra macchina potrebbe esaurire lo spazio su disco. In secondo luogo, ogni audit consuma anche una piccola quantità di tempo di CPU e memoria.Così auditing eccessiva può influire negativamente sulle prestazioni del sistema.

Forse il miglior motivo per cui non tutto ciò che il controllo è sovraccarico di informazioni. Ho visto situazioni in cui diverse centinaia di eventi vengono controllati ogni minuto. Questo rende praticamente impossibile individuare qualcosa di utile ai registri perché le voci di registro utili si fondono con le voci di spazzatura. Il mio consiglio è di usare discrezione durante la creazione di una politica di revisione. Non qualcosa di revisione contabile che non è assolutamente necessario conoscere. Più di definire quali eventi sono controllati, le più significative di ogni evento sarà sottoposto a revisione.

Diamo uno sguardo ad alcune delle opzioni di controllo disponibili. Ovviamente, che le verifiche siano adeguati alle vostre esigenze variano in base al proprio ambiente. Per la verifica di uso generale, però, vi consiglio di eventi di accesso di controllo in modo da poter dire quando gli utenti si sono connessi o meno. Raccomando anche oggetto di revisione contabile di accesso (ad esempio, file e cartelle). accesso oggetto di revisione vi permetterà di vedere chi fa che cosa a file e cartelle designate. Infine, vorrei raccomandare modifiche dei criteri di controllo. Questo è un grande, perché se qualcuno è manomissione politica di sicurezza della macchina, si ha realmente bisogno di sapere.

Per attivare questi tipi di controllo, fare doppio clic sull'opzione appropriata ai criteri di protezione locali Impostazioni console. Viene visualizzata una finestra di dialogo simile a quella mostrata nella figura B. Come si può vedere in questa figura, è possibile implementare una verifica guasti e / o ad un audit di successo per ogni evento. 







Quindi, come fai a sapere se eseguire un successo o un fallimento di revisione? Beh, è davvero a te. Per login e cambiamenti politici, vi consiglio di auditing successi e fallimenti. Ad esempio, un successo delle azioni di audit login creerebbe una voce del registro di controllo ogni volta che qualcuno connesso con successo. Una verifica fallimento dello stesso evento avrebbe scritto una voce di registro di controllo ogni volta che qualcuno inserito una password in modo errato. Allo stesso modo, una verifica di successo sui cambiamenti politica sarebbe farti sapere che qualcuno ha cambiato una politica di sicurezza, mentre un controllo non riuscito vi direbbe che qualcuno ha cercato di cambiare una politica di sicurezza, ma non ha in realtà riesce a fare il cambiamento.

Quando si tratta di accesso oggetto di revisione, vi consiglio anche di successo e di revisione contabile che consenta fallimento. Solo perché il successo e insuccesso verifiche sono abilitati per l'accesso agli oggetti, però, non vuol dire che hai in realta 'di usarli. Ogni oggetto che si ha accesso alla revisione contabile per una gamma completa di opzioni di controllo. L'attivazione di successo e di revisione contabile fallimento semplicemente rendere queste opzioni a vostra disposizione.

Auditing accesso agli oggetti


È necessario fare attenzione che gli oggetti che si verifica o si finirà con problemi di sovraccarico di informazioni. E 'molto facile finire con sovraccarico di informazioni, perché se si verifica una cartella, la revisione contabile si applica ad ogni oggetto all'interno della cartella e all'interno di eventuali sottocartelle. Il controllo si applica agli oggetti figlio, oggetti nipote, e così via. Così, quando possibile, mi raccomando oggetti di auditing a livello di file. Ad esempio, se avevi bisogno di sapere che ha fatto le ultime modifiche apportate a un foglio di calcolo Excel, sarebbe meglio a verificare i file XLS effettivo rispetto alla cartella che lo contiene.

Mi consiglia inoltre di evitare i file di sistema di controllo e le cartelle. In questo modo può anche provocare un sovraccarico di informazioni. Ad esempio, se si dovesse revisione della cartella di Windows, si finirebbe con innumerevoli voci di registro di controllo perché il sistema è costantemente accesso ai file trovati in questa cartella.Se davvero si volesse controllo di Windows, una soluzione migliore potrebbe essere quella di controllo dei file di registro.

Per controllare un file o una cartella, tasto destro del mouse e selezionare il comando Proprietà dal menu visualizzato. Vedrai foglio delle proprietà dell'oggetto. Selezionare la scheda Protezione foglio Proprietà, e fare clic sul pulsante Avanzate per visualizzare la scheda Impostazioni controllo di accesso Proprietà per l'oggetto. Selezionare la scheda Controllo. Quindi, fare clic sul pulsante Aggiungi, e ti verrà presentato con una lista di utenti e gruppi. Selezionare gli utenti oi gruppi che si desidera controllare, fare clic su OK.

Ad esempio, anni fa, ho lavorato per una grande compagnia di assicurazioni. Presso la società, una donna del personale amministrativo è stato deliberatamente fare le cose per sabotare il sistema. Prima di lei di fronte a queste informazioni, necessarie per costruire un caso contro di lei. Così abbiamo creato applicati criteri di controllo che solo a lei. In questo modo, si potrebbe osservare ogni mossa che ha fatto senza essere sommersi da migliaia di voci di registro relative ad altri utenti.

Una volta selezionato un utente o gruppo, verrà visualizzata la finestra di dialogo mostrata in Figura C. Come si può vedere, è possibile attivare il successo e / o verifiche fallimento per molti tipi di accesso al file o alla cartella di un utente o un gruppo base. 







Visualizzazione risultati dell'audit

Potrebbe essere curioso di sapere come visualizzare i risultati del controllo. Aprite il Pannello di controllo e fare doppio clic sull'icona Strumenti di amministrazione e quindi sull'icona Visualizzatore eventi. Quando si apre il Visualizzatore eventi, fare clic sul contenitore di sicurezza per vedere i log di sicurezza, come mostrato nella Figura D.In figura, noterete how voci di registro di molti applied nel giro di pochi secondi. Ecco perché è così importante usare discrezione quando si crea un criterio di controllo. Se si desidera ottenere maggiori informazioni su un evento particolare, è sufficiente fare doppio clic su di esso. 






mercoledì 30 giugno 2010

Configurare Gmail su Nokia

Configurazione di altri client di posta elettronica

Istruzioni standard:
  1. Attiva la funzione POP nel tuo account Gmail. Una volta eseguita l'operazione, non dimenticare di fare clic su Salva modifiche.
  2. Configura il tuo client per rispecchiare le seguenti impostazioni:
  3. Server di posta in arrivo (POP3) - richiede SSL: pop.gmail.com
    Usa SSL: Sì
    Porta: 995
    Server posta in uscita (SMTP) - richiede TLS: smtp.gmail.com (utilizza autenticazione)
    Usa autenticazione: Sì
    Usa STARTTLS: Sì (alcuni client lo chiamano SSL)
    Porta: 465 o 587
    Nome account: il tuo nome utente Gmail (comprensivo di @gmail.com)
    Indirizzo email: il tuo indirizzo email Gmail completo (nomeutente@gmail.com)
    Password: la tua password Gmail
    Se non utilizzi la modalità recente per scaricare la posta in più client, assicurati di aver scelto di non lasciare messaggi sul server. Le tue impostazioni di Gmail determinano se i messaggi resteranno o meno sul server, in tal modo le impostazioni nel tuo client non avranno influenza sulla gestione della posta da parte di Gmail. Tieni presente che, se il tuo client non supporta l'autenticazione SMTP, non ti sarà possibile inviare messaggi con il tuo client usando l'indirizzo Gmail.
  4. A questo punto puoi usare il client POP con il tuo account Gmail.

martedì 1 giugno 2010

Rimuovere / Eliminare / Disinstallare Windows Genuine Advantage (WGA)

“Questa copia di Windows non è genuina. Potresti essere una vittima della contraffazione del software.” Anche voi, purtroppo, avete letto questa frase sul desktop?. Vi siete appena scaricati e installati il Windows Genuine Advantage Notification (KB905474): niente paura! Leggete il resto dell’articolo per rimuovere, eliminare, disinstallare, disabilitare il WGA e tutto tornerà come prima.


1. pannello di controllo -> opzioni cartella -> visualizzazione -> levare la spunta da “nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti” -> ok
2. raggiungere la cartella %Windir%\system32 (%Windir% è la directory che contiene Windows: in XP quindi sarà WINDOWS\system32, mentre in Win2000 sarà WINNT\system32)
3. rinominare WgaLogon.dll in WgaLogon.old
4. rinominare WgaTray.exe in WgaTray.old
5. riavviare il pc
6. start -> esegui -> digitare cmd e dare ok
7. al prompt dei comandi digitare Regsvr32 %Windir%\system32\LegitCheckControl.dll /u e dare invio
8. riavviare il pc
9. start -> esegui -> digitare cmd e dare ok
10. al prompt dei comandi digitare i seguenti comandi dando invio dopo ciascuno di essi:
  • Del %Windir%\system32\Wgalogon.old
  • Del %Windir%\system32\WgaTray.old
  • Del %Windir%\system32\LegitCheckControl.dll
11. chiudere il prompt dei comandi
12. start -> esegui -> digitare regedit e dare ok
13.raggiungere le seguenti chiavi di registro, cliccare col dx, e selezionare “Elimina”:
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\WindowsNT\CurrentVersion\Winlogon\Notify\WgaLogon
  • HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Uninstall\WgaNotify
Qualora si volesse soltanto disattivare il WGA Notifications anzichè rimuoverlo, attenersi invece alla seguente procedura:
1b. pannello di controllo -> opzioni cartella -> visualizzazione -> levare la spunta da “nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti” -> ok
2b. raggiungere la cartella %Windir%\system32
3b. rinominare WgaLogon.dll in WgaLogon.old
4b. rinominare WgaTray.exe in WgaTray.old
5b. riavviare il pc
[Disclaimer: La guida vuole essere solo una dimostrazione della vulnerabilità del sistema, non si intende in alcun modo incoraggiare la pirateria informatica. Se volete una copia di Windows XP valida dovete acquistarla regolarmente, solo così potrete ricevere assistenza e avere un prodotto garantito.]

SSD

Performance SSD

mercoledì 19 maggio 2010

Eliminare WAT (KB971033) da Windows 7

L’aggiornamento anti pirateria creato da Microsoft per contrastare il fenomeno delle copie pirata di Windows 7 è stato installato su chissà quanti PC,con il risultato,per chi utilizza una copia pirata,quantomeno fastidioso con l’uscire di schermate che informano l’utente che si sta utilizzando una copia non originale o di inserire un product key valido.

Per rimuovere tutti questi avvisi e continue schermate dovete scaricare ed installare il crack   RemoveWAT

-Una volta riavviato il sistema,si elimineranno il WAT,messaggi,schermate,varie notifiche che spuntano fuori e naturalmente non si riavrà lo sfondo nero del desktop.

  • Ora avremo fatto solo il primo passaggio,per continuare non dovrete fare altro che andare in:
    pannello di controllo>Disinstalla un programma> visualizza aggiornamenti
    (sotto la voce Windows Update) e procedere con la disinstallazione dell’aggiornamento per Windows (KB971033) cliccando con il tasto destro su disinstalla.


  • Ora una volta rimosso,andate nel registro di sistema (start>esegui>regedit) e cancellare la seguente chiave (opzionale ma consigliata):
HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Windows Activation Technologies
  • si potranno riutilizzare gli aggiornamenti automatici e non si avrà più nessun problema con questo WAT.

martedì 4 maggio 2010

CleanMem V1.5

In this version users can log the actions carried out by CleanMem so users can see physical evidence of what the program has done.

Installation is very simple and straighforward and this works on Windows 2000, XP, 2003, Vista, 2008 and Win7.

When installing in Vista and Win7 the program must be installed with administrator privileges. XP setup is extremely simple, install it and leave it as the program is programmed to run every 30 minutes and then closes itself.

Through Task Scheduler the time can be adjusted to suit the user or left on the default.

In earlier versions, the program would run and close and the only indication was Processes in Task Manager. V1.5 gives users the ability to create a log of the actions carried out and will show the RAM reclaimed at the preset period.

The logfile can be found in C:cleanmem_log.txt. It is important that when creating the log, the argument =false is changed to =true.

The video will explain how to create the logfile, add items to the ignore list or clean only list. In Vista and Win7 users may find that access is denied when trying to save the text files, so simply select Save As and save to your Desktop, then drag and drop into the CleanMem folder and replace the existing file.





Once changes have been made to the text files it is important to double click the corresponding Apply List for either 32bit or 64bit machines. If the actions are not applied they will not be executed - in Vista and Win7 right click the list to be applied and Run as administrator.

Example: right click Apply_Ignore_List_32bit_OS.bat and select Run as administrator.

The schedule can also be changed in Vista and Win7 through Task Scheduler. Simply right click the program name and select Properties. Under the General tab select your OS and under the Triggers tab click the Trigger name 'At startup' and click Edit, then change the time value to suit yourself or leave it on the default.

Please note that in each instance that I have installed this on Vista and Win7 it was necessary to reboot before the schedule becomes active.

I highly recommend this free utility and give it 10/10 for ease of use and performance as it makes use of the Windows API in a very clever way, resources are low and it's not constantly running and using more resources.

Download CleanMem free here V1.5

venerdì 9 aprile 2010

martedì 6 aprile 2010

Convertire file

Ottimo sito per convertire file di ogni tipo.

Cliccka qua

mercoledì 3 marzo 2010

TV LCD: le differenze tra Edge LED e Direct LED

Chi si appresta ad acquistare un televisore, magari spinto dal passaggio al solo segnale digitale, starà sicuramente analizzando il mercato e si sarà accorto che sempre più aziende pubblicizzano televisori LCD a tecnologia LED. Non si tratta di una vera e propria novità anche se, solo da pochi mesi, la tecnologia a LED ha fatto la sua comparsa in modelli di fascia media.

Cos’è la tecnologia LED

In un televisore a cristalli liquidi, gli LCD che compongono i pixel possono essere considerati, per praticità di discussione, come una sorta di piccoli specchietti. Muovendosi, possono far passare più o meno luce andando così dal bianco sino al nero. Per realizzare ciò serve una retroilluminazione sino a poco tempo fa garantita da lampade a catodo freddo.

Simili esteticamente a dei tubi al neon di piccolo diametro, percorrevano (e percorrono ancora nella maggior parte dei modelli LCD presenti sul mercato) orizzontalmente l’intero schermo. Lo svantaggio di questa tecnologia è dato dal fatto che necessita di pannelli di un certo spessore. Inoltre, la luce da loro emessa tende leggermente al blu o al verde (secondo la tipologia di tubo), cosa che ha un’incidenza negativa sulla corretta e realistica riproduzione del colore.

La tecnologia LED, invece, utilizza delle lampade LED sottilissime che permettono di ridurre lo spessore totale di un pannello LCD a meno di tre centimetri. Inoltre, hanno una tonalità più neutra, i colori sono più aderenti alla realtà, il livello del nero è più profondo e permettono un notevole risparmio energetico. Esistono due tipologie d’illuminazione a LED: la Edge LED e la Direct LED.

Tecnologia LCD Edge LED

Tecnologia LCD Edge LED

In un pannello a tecnologia Edge LED i LED della retroilluminazione sono distribuiti tutto attorno sul suo bordo. Sono molti anche se, ognuno di essi, illumina una zona piuttosto ampia dello schermo che va a coprire una sottile ma ben precisa fascia. Ciò vuol dire che tutti i LED di quella fascia devono sottostare alla stessa intensità luminosa. Ne mostreranno, comunque, solo quella dovuta sempre giocando con l’inclinazione dei loro specchietti.

Tecnologia LCD Direct LED

TV LCD Direct LED

In un pannello a tecnologia Direct LED, invece, i LED sono distribuiti in maniera uniforme su tutto il display. Ognuno di essi, quindi, illumina solo i LED della sua piccola zona di competenza. Ciò si traduce in un miglior e maggior controllo che ha rilevanza sulla qualità dell’immagine riprodotta.

Il Local Dimming

Il nero assoluto è sinonimo di qualità dell’immagine in un tv LCD. Se un televisore riesce a ricrearlo, potrà riprodurre un numero maggiore di sfumature di grigio. Ciò vuol dire che le zone più scure dell’immagine non mostreranno un blocco nero, ma potranno rendere visibili tutti i particolari in essa presenti. Per raggiungere (o almeno per tendere) al nero assoluto esistono due sistemi: inclinare lo specchietto del pixel LCD in modo che la luce non passi, oppure spegnere la retroilluminazione. Appare subito evidente che questo secondo metodo permette di realizzare un nero più profondo. Questo spegnimento è conosciuto con il nome di Local Dimming.

Il termine local sta a indicare che non è spenta l’intera retroilluminazione, ma solo quella delle zone dove si sta riproducendo il nero assoluto. Ciò può avvenire anche con televisori LCD a tubi a catodo freddo ma, essendo questi pochi e molto grandi, per potersi spegnersi deve essere nera praticamente l’intera scena. Le cose migliorano con televisori a tecnologia Edge LED. I fasci di LED sono molti, anche se il fatto che debbano comunque illuminare un’ampia fascia di schermo, non permettono l’utilizzo frequente del Local Dimming.

Con la tecnologia Direct LED, invece, può essere spenta la retroilluminazione anche di una piccola porzione di schermo. Quindi, un televisore LCD a direct LED è potenzialmente in grado di garantire il miglior livello di nero attualmente raggiungibile. Inoltre, un Local Dimming più efficace garantisce anche un maggiore valore di contrasto.

In pratica

L’LG 47LH9000 è un televisore LCD a tecnologia direct  LED che sfrutta tutti i vantaggi offerti dal Local Dimming
L’LG 47LH9000 è un televisore LCD a tecnologia direct LED che sfrutta tutti i vantaggi offerti dal Local Dimming

Attualmente sul mercato sono presenti molti modelli LCD a LED, soprattutto Edge LED, ma sono pochi quelli che sfruttano il Local Dimming. Tra i tv LCD a Edge LED possiamo citare il Samsung 40B8000 e il Sony KDL-40ZX1. Sono dotati di pannelli LCD direct LED, ma non hanno il Local Dimming, gli Sharp LC-46LE700E ed LC-40LE600E. Pochissimi, al momento i direct LED con Local Dimming, tra questi merita una citazione l’LG 47LH9000.

lunedì 1 marzo 2010

ABC della 3D TV: come funziona la tv in tre dimensioni

La televisione in tre dimensioni è stata senza dubbio la tecnologia più calda del CES 2010: ne abbiamo parlato a lungo nei nostri resoconti dalle presentazioni di Sony, Panasonic, Toshiba, LG e altri... Ma come funziona davvero la visione in 3D? Cosa serve per realizzarla? Quali opzioni ci sono sul mercato?

Per quanto alta sia la definizione dell'immagine, la televisione ancora non riesce a trasferire il senso di profondità delle immagini. Questo è possibile soltanto quando i due occhi vedono un'immagine leggermente differente, così come avviene nella realtà. La visione di un’immagine diversa per ciascun occhio (visione stereoscopica) permette di ricreare la dimensione della profondità, sebbene in modo illusorio: gli oggetti appaiono su livelli differenti, e in alcuni casi sembrano uscire dallo schermo per venire incontro allo spettatore.

Questo di solito non è possibile se il video è riprodotto su una superficie bidimensionale, come un televisore o lo schermo del cinema, che viene vista contemporaneamente dai due occhi. È necessario che in qualche modo vengano proiettate due diverse immagini, e che ciascun occhio veda solo quella a lui destinata. Con metodi diversi a seconda della tecnologia e del mezzo impiegati, questo è ciò che è reso possibile dalla televisione e dal cinema in 3D. Le due immagini occupano l’intera superficie dello schermo, per cui sono quindi in qualche modo sovrapposte o intercalate tra di loro.

Per separare le due immagini e inviarle ciascuna all’occhio a cui è destinata, è necessario che lo spettatore indossi degli speciali occhiali. Senza questi occhiali, di solito si riesce a vedere solo un’immagine sdoppiata in senso orizzontale. Nelle prossime pagine vedremo come funziona la tecnologia della visione in 3D al cinema e sui televisori domestici, quali sono i requisiti minimi per poterla vedere e che tipo di prodotti arriveranno a breve sul mercato.

Nei cinema 3D, per ottenere l’immagine stereoscopica si utilizzano di solito due proiettori affiancati, che proiettano le immagini sullo stesso schermo. La separazione delle immagini per i due diversi occhi avviene in base al principio della polarizzazione della luce. La luce è composta da fotoni, pseudo-particelle che possono differire tra loro per una caratteristica detta polarità. Un normale fascio di luce è composto da fotoni con polarità verticale e altri con polarità orizzontale, in egual misura. Un filtro polarizzatore è in grado di filtrare i fotoni di una specifica polarità, lasciando passare gli altri. Applicando due filtri polarizzatori con orientamento diverso alle lenti dei due proiettori, e facendo la stessa cosa con le lenti degli occhiali dello spettatore, è possibile fare in modo che ogni occhio veda solo una delle due immagini, ricreando così l’effetto stereoscopico. Ultimamente sta prendendo molto piede la tecnologia di polarizzazione “circolare” di RealD, che non costringe lo spettatore a tenere la testa perfettamente verticale.

Questa tecnologia ha molti aspetti positivi: la qualità di visione è identica a quella del 2D (stessa risoluzione e frame rate, solo un po’ meno luminosa) e gli occhiali sono pratici, leggeri ed economici (tanto che alcuni cinema non si preoccupano nemmeno troppo di recuperarli). C’è però un grosso problema: questo sistema non è utilizzabile sui televisori, o per lo meno non senza pesanti controindicazioni. Non potendo avere le due proiezioni sovrapposte, l’unico modo per separare le due immagini consiste nell’applicare allo schermo un filtro a strisce che applichi una polarizzazione ai pixel delle righe pari, e la polarizzazione opposta a quelli delle righe dispari. Questo significa però che ciascuna delle due immagini risulterà a risoluzione dimezzata: un video 1080i verrà in realtà visto da ciascuno dei due occhi come se fosse a 540 linee. L’altro problema è che il filtro polarizzatore per lo schermo è molto costoso. Attualmente, solo JVC ha in produzione un modello di televisore LCD 3D da 43 pollici da usare con lenti polarizzate, il GD-436D10 e il suo costo è di circa 7.000 dolllari.

La soluzione adottata da tutti i produttori per portare la visione 3D sui televisori a schermo piatto (LCD e Plasma) consiste nell’alternare, nella sequenza dei fotogrammi, le immagini destinate all’occhio destro con quelle per l’occhio sinistro. Lo spettatore dovrà indossare degli speciali occhiali con otturatori “attivi” (active shutters). Si tratta di lenti in cui è presente uno strato a cristalli liquidi che si oscura in presenza di un segnale elettrico. Inviando una sequenza di segnali di oscuramento sincronizzati con la riproduzione dei fotogrammi sullo schermo, è possibile fare in modo che ciascun occhio veda soltanto il fotogramma a lui destinato.

In questo caso, l’occhio vede l’intera immagine con risoluzione “Full HD” 1080p, ma il numero di fotogrammi al secondo che ciascun occhio vede è dimezzato, cosa che rende l’immagine un po’ tremolante. Per ottenere un’immagine di qualità comparabile alla visione Full HD, è quindi necessario raddoppiare il numero di fotogrammi inviati dalla sorgente allo schermo. Se una normale sorgente video è a 50 o 60 Hz, quella di un segnale 3D deve essere almeno il doppio. Lo standard Blu-ray 3D, recentemente ratificato, prescrive infatti che un televisore 3D debba accettare in ingresso un segnale di 120 Hz (e ribadiamo “in ingresso”: negli attuali televisori, si indica con 100, 200 o addirittura 600 Hz la frequenza di visualizzazione, ma il segnale in ingresso è sempre a 24, 50 o 60 Hz). Sorge qui un altro problema: l’HDMI 1.3 non è abbastanza veloce per trasferire un video Full HD a 120 Hz, ed è stato perciò necessario aggiornare lo standard alla versione HDMI 1.4.

Come abbiamo già accennato, anche gli occhiali dovranno aprire e chiudere le due lenti al ritmo di 120 volte al secondo, in modo sincronizzato con la riproduzione dei fotogrammi. Per fare ciò, il televisore deve disporre di un emettitore wireless (a infrarossi o Bluetooth) che invia agli occhiali un segnale di sincronizzazione. Va da sé che gli occhiali con otturatori attivi, dovendo avere elettronica, batteria e cristalli liquidi, sono più pesanti, voluminosi e soprattutto costosi rispetto agli occhiali polarizzati passivi. Non ci sono ancora annunci ben chiari, ma si ritiene che un paio di occhiali con otturatori attivi costerà attorno al centinaio di euro.

venerdì 26 febbraio 2010

Turbo Windows: avvia il pc in un secondo



Inserire la spina, accendere il computer e iniziare a navigare: troppo bello per essere vero! La maggior parte dei pc con sistema operativo Windows fatica ad avviarsi. E questa situazione diventa snervante soprattutto per i computer di casa. Chi ha voglia di aspettare all’infinito prima di ascoltare un cd o di controllare la posta elettronica?

CHIP spiega come mettere il turbo al pc, avviando Windows in un lampo. Si potranno trovare le migliori soluzioni per il tuning e le impostazioni più giuste per risparmiare energia. Si utilizzeranno diversi tool, come Ashampoo WinOptimizer per ottenere un caricamento velocissimo e si sfrutteranno le funzioni di risparmio energetico in XP, Vista e Windows 7. Tutto questo non è magia: è realmente possibile migliorare il tempo di boot del sistema operativo. Tutti i programmi necessari si possono scaricare da CHIP Download seguendo i link indicati nel testo.
Preparazione: mettere al sicuro tutti i dati e misurare il tempo di boot

Prima di eseguire il tuning del pc è necessario completare un paio di passaggi: effettuare un backup di sicurezza dei dati e misurare la velocità di caricamento del sistema. Per le prime operazioni sono utili Ocster Backup Free e Personal Back­up, che possono essere utilizzati secondo necessità. Ocster codifica, a richiesta, l’archivio di backup con una chiave Aes a 256 bit, il secondo tool è invece specializzato nei dati personali e rende sicura anche la comunicazione di rete. Entrambi i programmi sono semplici da utilizzare e lavorano velocemente.
Quando il backup è completato, misurare la durata iniziale dell’avvio di Windows; questo dato sarà il punto di partenza. Per Windows XP si può utilizzare Windows Boot Timer. Con un doppio clic su BootTimer.Exe il pc si riavvia e viene misurato il tempo di boot dal momento dell’inizializzazione dell’NT Loader fino al caricamento di tutti i driver e di tutti i servizi. Se poi si vuole sapere quanto dura l’inizializzazione hardware nel Bios, bisogna invece procurarsi un cronometro tradizionale. Il risultato ottenuto misurando l’avvio del computer di test con XP Home, nel nostro caso, è di 40,8 secondi.
In Vista può essere d’aiuto l’Event Viewer; inserire nella barra della ricerca

evntvwr

e lanciare il tool. Con Registri applicazioni e servizi/Microsoft/Windows/Diagnostics-Perfomance/Operativo si arriva ai protocolli di avvio; quelli che interessano sono i messaggi con l’Id evento 100. Inoltre, questi dati mostrano quanto tempo richiede Vista per avviarsi e se sono emersi problemi. Sul computer di prova, con Vista Ultimate, abbiamo ottenuto un risultato di 41,7 secondi.
Anche nel caso di Windows 7, è possibile misurare il tempo di caricamento utilizzando l’Event Viewer: i passaggi sono gli stessi di Vista. Il nuovo Windows si avvia nel nostro computer in 36,0 secondi, anche perché sono state installate meno applicazioni che rallentano il sistema. Nelle pagine seguenti spiegheremo con quali metodi abbiamo reso più veloce i computer di prova.
Creare un DVD per installare Windows 7 Lite

Un sistema operativo complesso richiede tempi di avvio più lunghi; la versione slim di Windows 7 può ridurre notevolmente la fase di boot. Ecco come fare per preparare un DVD di installazione personalizzato con un sistema più snello. Se intendete fare una semplice ottimizzazione, potete anche saltare questa fase, ma se pensate che infuturo vorrete installare nuovamente il sistema operativo senza rifare tutti questi passagg, o se volete ripetere la procedura su più pc, è bene creare un DVD di installazione già ottimizzato, per risparmiare tempo. Ecco come fare.
Installare e preparare

Scaricare Waik (Windows Automated Installation Kit) per Windows 7. Per avviare l’Iso servirà il programma Virtual CloneDrive. Installare il tool e indicare WAIK-ISO come disco, facendo clic con il tasto destro del mouse sul simbolo CloneDrive sulla barra delle applicazioni. Selezionare, nella successiva finestra, Avviare Setup.Exe e installare Waik. Creare in C:\ due cartelle, denominate Image e Temp. Copiare il contenuto del dvd di installazione di Windows 7 in C:\Image.
Windows 7 molto più compatto

Elemento essenziale per la fase successiva è il file di installazione di Windows 7 Install.Wim, da rintracciare in C:\Image\Sources. Nel file viene stabilito quali componenti di Windows vengono installati. Per dimostrare come avviene la riduzione dei componenti rimuoviamo da 7 il gioco Solitario. Avviare come amministratore il tool Tutti i programmi/Microsoft Windows AIK/Prompt dei comandi per la modalità Windows PE e inserire la riga

dism /get-wiminfo /wimfile:c:\image\sources\install.wim

Si otterranno quattro numeri indice, che rappresentano ciascuno una diversa versione di Windows 7. Per il nostro esempio lavoriamo con la Ultimate e utilizzeremo l’indice 4 nel comando che segue su un'unica riga:

dism /mount-wim /wimfile:C:\image\souces\install.wim /index:4
/mountdir:c\temp

Con questo passaggio viene inserito il file Install.Wim di Windows 7 Ultimate e si imposta C:\Temp come cartella di lavoro. Successivamente è possibile elencare i diversi componenti di Windows con il comando

dism /image:c\temp /get-features | more

Dopo aver identificato il gioco da rimuovere, che ha nome Solitaire, si può eliminarlo con

dism /image:c\temp disable-feature/featurename:Solitaire

Dopo aver rimosso in maniera simile i componenti inutili di Windows, inserire il comando

dism /unmount-wim /mountdir:c\temp /commit

Con questo comando si potrà avere una nuova Install.Win ridotta.
Installare la versione compressa di Windows

Il resto del procedimento è semplice: con il tool Waik Os-cdimage.Exe e il file del settore di boot Etfsboot.Com si può creare un file Iso avviabile, inserendo (sempre su una sola riga) il comando:

oscdimg –n –m –b "c;\program files\windows aik\petools\x86\
boot\etfsboot.com" c:\image c:\win7.iso

Testare l’installazione di Windows creata in VirtualBox; se tutto funziona senza problemi masterizzarla quindi su un dvd, per esempio con ImgBurn.



Il primo passo per ottimizzare l’avvio del pc è l’utilizzo di tool per tuning specifici. Uno dei metodi più usati è ripulire la cartella di avvio automatico e il Registry, deframmentare l’hard disk ed eliminare i servizi inutili. Per il tuning standard esistono tool utilissimi, come CCleaner e Ashampoo WinOptimizer, la cui versione 2010 completa era presete sul DVD di CHIP 02/2010. Il suo predecessore è stato il vincitore del test di CHIP, proposto sul numero di ottobre 2009. Entrambi i programmi girano con le tre versioni di Windows e le loro funzioni sono a grandi linee le stesse; Ashampoo offre in aggiunta l’eliminazione dei servizi inutili.
Windows XP

WinOptimizer, con una scansione completa, trova sul pc di prova con sistema operativo Windows XP quattro servizi superflui e 16 voci di registro non valide. Inoltre, questo programma ha potuto modificare le impostazioni di sistema, rimuovere 1.385 tracce di navigazione e cancellare 361 file obsoleti. Con Inizia ottimizzazione offriamo a Windows XP una cura risolutiva; con Ottimizza le prestazioni/Startup-Tuner/Programmi si possono rimuovere anche i programmi non più utilizzati.
I processi che sono causa di rallentamenti, per esempio iTunesHelper.Exe o il servizio Bonjour, entrambi prodotti da Apple, vengono disattivati con la gestione processi del tool, che tuttavia non funziona con i sistemi a 64 bit. In questo caso è possibile affidarsi al tool di Windows Msconfig, nella scheda Servizi.

Dopo l'ottimizzazione, soprattutto visto che si liberano molti file che possono occupare parecchio spazio su disco, è bene deframmentare il disco. Lo strumento di deframmentazione incluso in Windows XP è decisamente inadeguato, per cui è meglio rivolgersi a un software di terze parti come Defraggler.

Windows Vista
Impostare un processore Dual core nelle opzioni di Avvio di Windows con msconfig



Con WinOptimizer si può ripulire anche Vista. Non serve un tool di deframmentazione poiché Vista esegue questo lavoro continuamente in background. Invece, come soluzione alternativa è possibile scrivere

msconfig

nella barra di ricerca e avviare il tool. In Opzioni di avvio/Opzioni avanzate inserire il valore 2 come numero di processori (vedere qui a sinistra), perché nel test abbiamo utilizzato un pc dual core. Quindi, disattivare con il Task Manager di Windows una serie di processi che girano inutilmente. Dopo questo passaggio Vista si avvia in 31,0 secondi: un miglioramento superiore al 25%.
Windows 7

Il processo di pulizia è lo stesso di Vista, ma rispetto a quest’ultimo risulta limitato, poiché in Windows 7 non esistono troppe applicazioni che potrebbero rallentare il sistema. Certo, anche Windows 7 permette l’adeguamento a due processori con le impostazioni di Msconfig, ma non è stato osservato nessun miglioramento rilevante delle performance. I servizi obsoleti sono pochi, e anche la deframmentazione viene gestita in background. Il risultato del tuning è quindi modesto: l’avvio del pc è stato velocizzato solo di 2,0 secondi (ovvero il 5,6%).



Grazie al tuning è stato possibile guadagnare qualche secondo, ma l’avvio di Windows dura sempre mezzo minuto. La soluzione: lanciare con la funzione Instant on un minisistema operativo con le applicazioni più utili, per esempio Firefox.
Instant on basato sull’hardware

Se si sta progettando l’acquisto di un computer, bisogna fare attenzione a diciture come Tecnologia Instant on o Fast boot. Su pc di questo tipo è presente un chip che può avviare una versione ottimizzata di Linux (di solito Splashtop) invece del sistema operativo principale, e spesso contiene applicazioni utili come browser, media player e Skype. Con questa tecnologia è possibile navigare, chattare o ascoltare musica dopo un massimo di 8 secondi dalla pressione del pulsante di avvio. Se si vuole che il processo avvenga in maniera ancora più rapida, bisogna ricorrere a una scheda madre con tecnologia Uefi, come per esempio la P45D3 Platinum di Msi, che rispetto al vecchio Bios velocizza notevolmente l’avvio dell’hardware; in questo modo il browser si apre in meno di 6 secondi. Se si desidera invece utilizzare applicazioni come Adobe Photoshop bisogna però passare all’avvio normale di Windows, rassegnandosi anche a tempi di boot tra i 20 e i 30 secondi.
Instant on basato sul software

Si può avere l'instant on anche senza sostituire la scheda madre. Si può installare Presto e Phoenix HyperSpace, versione dedicata ai notebook (una demo è disponibile su www.hyperspace.com); in seguito, nel boot manager comparirà una nuova voce. Dopo aver scelto uno dei tool, entro otto o dieci secondi al massimo si avvia un Mini Linux con applicazioni importanti, per esempio Firefox.



Sistemi paralleli: fase di boot più veloce

Stabilire per prima cosa quale sistema operativo deve essere caricato all’avvio successivo: un tool freeware può rendere superfluo il boot manager. Se si gestiscono parallelamente più sistemi Windows, basta selezionare nel boot manager quale dev’essere caricato.
Se si sa già quale servirà all’avvio successivo, è possibile risparmiare tempo. Installare iReboot, che come gli altri programmi citati nel testo si può scaricare da CHIP Download, e lanciare il tool, aggiungendo in questo modo anche un nuovo servizio. Fare clic infine con il tasto destro del mouse sul simbolo del tool sulla barra delle applicazioni e selezionare la versione Windows da lanciare al prossimo avvio; attivare inoltre Reboot on Selection. Non appena si effettuerà un nuovo avvio del pc verrà caricato automaticamente il sistema operativo prescelto.



Se i tool contenuti in un Linux Instant on non sono sufficienti, si può lanciare Windows dallo stand-by. Non è niente più di un trucchetto, ma in questo modo si può evitare la lunga inizializzazione dell’hardware da parte del Bios e la fase di avvio di Windows. Con questa soluzione si può anche risparmiare energia, anche se il pc in stand-by consuma una piccola quantità di corrente.

Windows XP

L’avvio rapido è possibile solo se supportato dal Bios e dal driver del mouse e della tastiera. Riavviare il pc e entrare nel Bios, generalmente premendo il tasto Canc. Qui inserire il valore S3 come Suspend Mode. Lanciare Windows e in Start/Pannello di controllo/Opzioni risparmio energia/Sospensione disattivare quest’ultima voce. Richiamare ora nella gestione delle unità le Proprietà di tastiera e mouse; spostarsi nella scheda Risparmio energia e attivare l’opzione Consenti alla periferica di interrompere lo standby del computer.



Se non si trova la pagina relativa al risparmio energetico significa che manca il driver di supporto; in questo caso potrebbe aiutare una versione aggiornata. Dallo stand-­by, la versione più vecchia di Windows si avvia sul pc del test in soli 7,4 secondi (dunque l’80% più velocemente).
Windows Vista

Con Vista si può utilizzare la modalità ibrida, che combina le funzioni di sospensione e stand-by. Per avviare il sistema operativo fare clic con il tasto destro del mouse sul desktop e selezionare Personalizza, successivamente andare in Screen saver/Modifica impostazioni di risparmio energia/Risparmio di energia/Modifica impostazioni combinazione/Cambia impostazioni avanzate risparmio energia/Pulsanti di alimentazione e coperchio. Se ora si clicca sul pulsante arancione nel menù Start per arrestare il sistema, Vista passa alla sospensione ibrida.
Misuriamo il tempo di risveglio con l’Event Viewer; per l’avvio ibrido bisogna guardare gli eventi con numero ID 300. Il nostro risultato: con 1,4 secondi Vista è il 96,6% circa più veloce.
Windows 7

Anche in questo caso esiste una modalità a basso consumo ibrida. Fare clic su Start/Pannello di controllo/Sistema e sicurezza/Modifica impostazioni di sospensione del computer/Cambia impostazioni avanzate risparmio energia/Sospensione/Consenti sospensione ibrida/Attivata. Se ora si seleziona Sospensione nel menù di avvio il pc si spegne subito. Il risultato stupisce: in solo 1,3 secondi il nuovo Windows si riavvia, con un miglioramento che raggiunge addirittura il 96,9%.
Bilancio del risparmio energetico

Spesso molti pc vengono lasciati in funzione per circa un’ora, ma senza essere utilizzati. Il computer del nostro test richiede in media 90 W, e lavorando otto ore al giorno consuma 730 Wh. Ma in modalità stand-by consuma solo 2,4 W: questo vuol dire che se il pc riposa per 30 minuti durante una giornata lavorativa di otto ore, si risparmieranno 43,8 Wh. Il consumo in stand-by viene quindi ripagato: per 16 ore di riposo servono solo 38,4 Wh e, ciononostante, il pc è pronto per l’uso in un lampo.